Nell’ultimo turno sono stati realizzati 28 gol, 8 dei quali di testa. Se si guarda agli autori delle reti, colpisce il numero dei centrocampisti a bersaglio, nove, praticamente un terzo del totale. Ed è una novità, una lieve inversione di tendenza rispetto a un trend abbastanza consolidato. TEMPI DURI - Negli ultimi nove anni non c’era mai stato un contributo realizzativo così basso da parte dei giocatori di metà campo. I bersagli centrati dopo 18 giornate sono 111, contro i 141 del campionato 2007/08 e i 145 della stagione precedente. E’ vero che nel complesso si segna meno, ma per trovare un dato così basso occorre tornare al 2005 (114). Del resto basta dare un’occhiata alla classifica cannonieri per rendersi conto del dominio degli attaccanti, raramente così marcato: i primi a interrompere la sequenza di centravanti sono Hamsik e Kakà (7 gol). Dietro di loro il nulla o quasi: c’è Delvecchio a quota 4 e un bel gruppo di mediani con 3 reti. Persino un difensore, come Maicon, ha fatto festa più di Doni, Nedved, Rosina, Seedorf... gente abituata a segnare quanto un bomber di provincia.
SPUNTATI - Al di là delle cause, va considerata l’involuzione di alcuni come Doni, Nedved, Pirlo e Rosina, negli anni difficilmente inquadrabili in un ruolo unico (registi, attaccanti esterni, mezze punte), ma comunque arretrati idealmente dal punto di vista del contributo in zona gol. Dal 2000 ad oggi l’uomo simbolo dell’Atalanta ha timbrato il cartellino 38 volte, 25 nelle ultime due stagioni; ma in 17 gare del torneo in corso ha segnato appena 3 reti. Ed è solo uno dei tanti. MEDIE - Un ultimo indizio arriva dalle classifiche di rendimento, dove comandano gli interditori. Cambiasso è il miglior centrocampista (6,63), Gattuso, fermo per infortunio, resiste in seconda posizione e precede Padalino della Samp (6,5), esterno bravo a colpire, ma che di gol ne ha segnati pochi: uno.
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